1994

Classe 1994, piemontese DOC e orgogliosamente cuneese.

Dopo anni di vari sport, ho iniziato a scalare e non ho più smesso. Dapprima toccavo la roccia poche volte al mese, patendo l’altezza e le mille altre paranoie di un bambino fifone, poi ho iniziato ad accorgermi che, in fondo in fondo, non mi veniva poi così male sta storia dello scalare. Da qualche anno, sono diventato un climber a tempo pieno, con tanto di fisico a imbuto, collezione di materiale vario e calli sulle mani che neanche un falegname.

Alla scalata devo tutto, se sono arrivato dove sono ora è solo grazie a lei. Oltre a piccoli traguardi personali, ho avuto delle stupende opportunità che mi hanno lasciato ricordi magnifici, emozioni uniche e persone fantastiche. L’ho vissuta a 360 gradi, partendo dalle gare ed arrivando alle piccole alpinate, passando per sassi, falesie e montagne, girando quanto più riuscivo sia indoor che outdoor. Ho pensato di lasciare perdere? Certo, ma non l’ho mai fatto sul serio e, credo, mai lo farò. 

Le origini sono in ambiente naturale: la roccia. Mi piace uscire e sedermi sotto un masso, affrontare un passaggio duro e misurarmi con la storia degli spot in cui scaliamo. Mi piace provare i passaggi storici, confrontarmi con il tempo e la storia del luogo; mi piace sedermi ed ascoltare i locals raccontare aneddoti su eventi e nomi, riuscendo ad afferrare l’anima dei passaggi, ovvero ciò che c’è dietro ogni linea. Mi piace passare la giornata con gli amici, la mia famiglia verticale, sotto i sassi, godendo del sole e scalando sui passaggi facili. Mi piace scalare un passaggio più volte, anche se lo conosco a memoria. Mi piace andare a scuola dalla roccia, l’unico metodo per imparare il rispetto e l’etica che si stanno un po’ perdendo. Confondo lo gneiss con il granito a volte, non sono un geologo, ma la roccia mi piace. Di brutto.

L’evoluzione, seppur parallela, è stata gareggiare. Competere è uno degli aspetti che più mi affascina e motiva dell’arrampicata sportiva, indipendentemente dal livello della gara. Mi piace l’idea della sfida e del confronto con gli altri scalatori, del misurarsi con il blocco e di finalizzare ore ed ore di allenamento in un gesto, proprio in quel luogo, proprio in quel momento, senza altre chance. Per ora, è l’aspetto della scalata che più mi ha dato soddisfazione e su cui ho deciso di focalizzarmi, sicuramente è quello che mi ha fatto fare le migliori esperienze che ho vissuto. Sono partito dal primo raduno amatoriale nel 2006 ed ho continuato a gareggiare attraverso ogni competizione possibile: contest, gare giovanili, campionati italiani juniores, circuito internazionale juniores, coppa e campionato italiano senior, master, eventi internazionali.

Finita la scuola, ho deciso di investire tutto sulla scalata, prendendo la qualifica di tracciatore ed istruttore federale, facendo quante più esperienze riuscivo. Inizialmente, ho fatto parte del B-Side, storica palestra torinese, a cui devo un enorme grazie; poi, sono tornato a Cuneo ed ho preso parte al progetto de il.Punto, la palestra più pittoresca d’Italia, dove ho passato gran parte delle mie giornate, tra lavoro, allenamenti e momenti tra amici. Proprio al Punto, lavoravo come tracciatore ed istruttore, provando a portare la mia esperienza ad altri, sperando che fosse un buon motore per qualcuno. 

Dopo essere entrato nei primi 25 al Campionato del Mondo di Parigi, ho deciso di spingere a tutta sul 2017, investendo ogni energia. Sono partito bene ma piano piano mi sono spento, per arrivare a fine stagione totalmente ingolfato. Ho accusato il colpo ed ho deciso di dire basta con la solita vita che avevo vissuto fino a quel punto. Basta essere univocamente uno scalatore, basta lavorare in palestra, basta scalare. Ho smesso per qualche mese ma poi il richiamo alle competizioni è stato troppo forte e mi sono rimesso sotto. Ogni gara miglioravo un pelo, tornando competitivo con 40 ore di lavoro a settimana ed una vita al di fuori dello sport. 

La base delle mie esperienze sono le persone. I blocchi vanno e vengono, gli appigli si tengono o snappano, i gradi salgono o scendono, le persone rimangono. Posso scalare nel posto più figo del mondo come su un pannello con prese artigianali, ma so che la felicità avrà sempre e solo una forma: scalare con le persone a me care. A loro va il mio brindisi più grande. 

Usque ad finem!