#AP94

CHI SONO

L’ARRAMPICATA SPORTIVA

Uno stile di vita. Una scuola, un percorso, un dono. 

Ai tempi delle scuole superiori, il mio professore di Pianificazione Pubblicitaria ci introdusse al target, prendendo in esempio uno studio statistico. La ricerca divideva la popolazione in grandi categorie che definivano uno stile di vita, su cui poi si orientava una campagna promozionale. Lo scalatore non c’era, forse perché è una categoria poco dedita agli acquisti. Fattostà che io quello volevo diventare, con tutti i cliché annessi: le scarpe da approach, i pantaloni molli e quant’altro. Per la prima volta vedevo nella scalata un mondo a cui realmente appartenevo e volevo farlo sapere a tutti. Io scalavo, ero uno scalatore, appartenevo a qualcosa. Il fatto poi di riuscire a raccogliere i primi risultati aiutava. Giocavo a calcio ed ero un brocco, bullizzato da tutta la squadra, donne comprese. Poi con la scalata qualcosa cominciava a girare e la gente era più simpatica con me, per me era una grande vittoria. I risultati, seppur piccoli, a livello cuneese sembravano enormi. Sembrava che fossi un prodigio, mi ero montato anche un po’ la testa. Poi mi sono scontrato con il livello italiano, poi con quello internazionale e… Mi sono ridimensionato. Decisamente ridimensionato. Lì, la scalata è passata da essere il mio stile di vita ad essere la mia scuola. Quando poi ho iniziato a fare le gare seriamente e perseguire il mio sogno (spoiler: sogno infranto) di diventare un atleta professionista, allora mi ha insegnato ancora di più. Ho capito che il mio stile di vita non era “lo scalatore” ma era più che altro “l’atleta”. Quindi dovrei cambiare forse il titolo della sezione con sport? Mah, chissenefrega. Tornando a noi, fare le gare ad alto livello mi ha permesso di incontrare altri ragazzi come me che inseguivano i loro sogni facendo la vita da atleta. Mi ha permesso di appassionarmi alle storie di sportivi, di campioni dentro e fuori lo sport. Mi viene in mente Senna, che donava già da bambino la sua merenda ai suoi coetanei più bisognosi. Oppure McGregor, che da un buco in Irlanda è diventato uno dei più grandi lottatori di tutti i tempi, portandosi dietro la sua famiglia e i suoi amici. E poi ancora Chechi, Stoner, Bryant, Jordan,… In breve, la scalata per me è uno stile di vita, una scuola, un percorso, un dono.

LA TRACCIATURA

Tracciare per me è la metafora più perfetta della caducità dell’esistenza umana.

Su di una tela bianca crei qualcosa, dedichi te stesso a costruire una cosa che sparirà. Tutto ha un inizio ed una fine. Nasci, cresci, scali un blocco di Godoffe e poi muori. Questa è in breve l’idea di vita di un tracciatore. I primi lavoretti li ho fatti in una piccola palestra di Cuneo, che mi concedeva di  tracciare in cambio dell’abbonamento annuale. Ovviamente montavo dei mezzi aborti, ma per me era un inizio. Da lì infatti sono passato al Punto, l’iconica palestra di Borgo. Non so manco io quante migliaia di prese e volumi ho avvitato. Se all’inizio era una roba fatta a caso, ho maturato poi un mio metodo di lavoro, che mi ha permesso di lavorare parecchio con la tracciatura. Da ultimo tracciatore di una piccola sala di provincia, ho tracciato un raduno nel centro federale di Arco, per la Nazionale Olimpica. Il menù è abbastanza completo: in possesso della qualifica federale di tracciatore di secondo livello, posso lavorare in autonomia in molteplici scenari. Nella mia carriera da tracciatore mi sono occupato di tracciatura di sala, tracciatura di gare (sia da solo che in team), tracciatura di eventi, tracciatura e workshop per atleti, spaziando dal boulder alle strutture lead. Attualmente offro i miei servigi a chiunque abbia piacere di avere qualche presa montata da me, che sia in una palestra pubblica o muro privato. 

IL COPYWRITER SPORTIVO

Vivere delle emozioni e raccontarle agli altri: scrivere vuol dire condividere.

Da bambino ho sempre letto un sacco e la scrittura mi ha sempre affascinato. All’esame di maturità ho scritto un saggio breve sull’individuo e la società di massa, facendo un excursus storico che parte dai grandi filosofi e arriva alla musica rap odierna. Ho azzardato, non è che fossi così conscio della buona riuscita della mia opera ecco. Bene, la mia adorata professoressa di lettere mi diede 15/15, dicendomi che quello era il mio capolavoro. Negli anni successivi mi sono reso conto che mi piaceva raccontare le storie e che ne avevo un sacco da narrare. Fare il vlogger? Non ero abbastanza bello e non avevo i mezzi. Scrivere? Scrivere è a costo zero! Come dice Geolier in un suo brano “ho fatto buste di soldi solo con una penna Bic”. Io soldi non ne ho fatti, ma mi sono lanciato nella scrittura e, a distanza di anni dal lancio del mio blog, sto iniziando a raccogliere i primi frutti. Sono infatti nel team di editori di Versante Sud, la casa editrice italiana. Per la maggior parte del tempo mi occupo di aggiornare il sito up-Climbing con le news dal mondo falesia e mondo gare, incastrando notizie con approfondimenti ed interviste. Nel tempo libero mi dedico a scrivere gli articoli su questo sito, che raccontano qualcosa di me. Vivo ogni evento con una intensa emotività e mi piace pensare che chi legga percepisca queste emozioni. Nutrendomi di sport, ciò che mi viene meglio è scrivere di sport, cercando di convogliare tutto ciò che provo durante le mie esperienze nelle parole che scrivo. Parlando di miti, mi piace leggere ed assorbire da tanti grandi della scrittura. Tra tutti, nei miei preferiti c’è la Divina Commedia, la saga di Harry Potter, Romanzo Criminale, la serie di Rocco Schiavone,… Dannazione, potrei continuare ore. Per finire il preambolo, scrivo su Up web, ogni tanto su Up magazine, sul mio blog, scrivo mail per chi mi chiede aiuto e produco copy per chiunque abbia necessità di avere un testo pronto all’uso.